DA ABBAGLI
Arcane disfatte della mente per intrattenere concetti e delucidazioni che nutrano scalfitture poetiche di saggio godimento. Il collasso d’un dì piovoso vedrà pantomime di strofe supine e malinconiche nella benda grigia che sovrasta lo sguardo immerso nel ticchettio d’un metronomo stanco. Un’inaspettata contrazione, nel sole, aprirà corde vocali a sgargianti canoni lirici all’insegna di sbocci di fiori di loto e cosmiche miriadi di lucciole vacanti in un siderale manto foriero d’una fuggente nebulosa. Sentori umorali spettinati dal corteggiamento di vaghe striature sono appesi alle mosse d’uno speciale volto la cui espressione varia a seconda del calco delle rughe cablate da abbagli.. @Silvia De Angelis